Riporto una serie di dinamiche ipotizzate dall'utente MO62 su luogocomune, invitandolo (magari qualcuno gli riporti la mia "offerta" su luogocomune dato che non posso scriverci...) ad iscriversi su ipotesidilavoro sia per commentare le varie seioni sia per avere uno spazio dedicato per la sua ipotesi di dinamica.
https://luogocomune.net/forum/fenomeni- ... 3210#30668Riporto qui alcune nuove questioni che ho posto il 1.7.2019 nel commento 275 al video Ferrometal.
In quel video ho notato degli sbuffi di polvere, uno inferiore (verso il Polcevera) ed uno laterale (verso il mare), usciti presso l'Attacco Ponente Sud ai fotogrammi 5-7, cioè dal massiccio solettone sub-stradale di collegamento tra i due stralli Ovest della Torre 9. Guarda caso la sequenza delle immagini non prosegue con quella continuità, che sarebbe stata utile a misurare esattamente con quale velocità gli sbuffi procedono nelle due direzioni. Tuttavia già da quanto disponiamo lo sbuffo verso il Polcevera appare più veloce del resto del solettone in caduta pressoché libera (lo strallo Sud-Ovest ha già perso la sua tensione).
Ho quindi formulato la seguente ipotesi che sottopongo di nuovo qui alla Vostra analisi.
Un'esplosione sarebbe avvenuta nella parte inferiore del solettone da cariche poste per sfogare soprattutto longitudinalmente (lungo la direzione di marcia) e il meno possibile trasversalmente (a parte i due sbuffi di polvere citati).
Entrare nottetempo dalla base della Torre 9 nei camminamenti interni allo scatolato dell'Impalcato Ponente Sud e Levante Sud non era poi così difficile. Nel caso che ci fosse anche uno stretto cunicolo longitudinale di ispezione all'interno del solettone (due botole centrali erano comunque ben visibili alzando lo sguardo dalle strade urbane), e quindi due altri cunicoli trasversali, diramanti a dx e sx dal primo, sarebbe stato possibile collocarvi cariche, tra il cilindro e la trave Gerber, a sfogo longitudinale. Dunque è possibile che sotto la sola carreggiata Sud, poco oltre il cilindro trasversale d'acciaio che congiungeva gli attacchi degli stralli, sia a levante che a ponente, sia stata prodotta un'onda d'urto sugli stessi. In effetti nel video Ferrometal gli stralli Sud sembrano comprimersi verso l'antenna.
Meno difficile è spiegare come hanno fatto le onde prodotte dalle due ipotetiche esplosioni asincrone a correre sugli stralli e ad arrecare le prime lesioni. L'onda da levante, arrivata subito in cima all'antenna, sarebbe riuscita a romperla con una crepa sull'architrave ed una sul pilastro Sud-Ovest (non erano stati progettati per contrastare tale sollecitazione). Per la resistenza all'onda comunque offerta dall'antenna A Sud, una parte dell'onda sarebbe tornata indietro sull'apice dello stesso Strallo di Levante Sud, provocando lo scoppio del famoso reperto 132.
L'onda di ponente, partita con un leggero ritardo di detonazione, avrebbe incontrato la parte rimanente di quella di levante mentre discendeva lo Strallo di Ponente Sud. Qui le due avrebbero prodotto solo una piegatura.
@ Iglobau. Ti ringrazio molto per l'elaborato video che hai prodotto il 7.7.2019 nel commento 226 all'articolo di Massimo, poiché è stato determinante al mio cambio di opinione: nonostante il video Ferrometal risulti maldestramente riquadrato e obliquo per non farci vedere lo scoppio del reperto 132, tuttavia tu evidenzi con la riga rossa un iniziale sussulto verso l'alto della parte Sud dell'architrave, che potrebbe spiegarsi con l'arrivo della prima onda, quella di levante (e non, come qualcuno ha scritto, con il "rinculo CONSEGUENTE allo strappo dello Strallo Levante Sud"). A mio avviso, lo scoppio del trefolo avverrebbe invece un istante DOPO quel sussulto.
L'aumento di inclinazione verso Sud dei piloni della A Nord sarebbe dovuto alla perdita del contrasto esercitato dall'architrave.
La minore inclinazione verso Ovest (arretrano verso Est) dei quattro supporti a cavalletto di ponente sarebbe dovuta al passaggio dell'onda di ponente lungo l'Impalcato di Ponente prima di sollevare leggermente l'Impalcato Centrale.
Altre cariche in sequenza, poste nello scatolato dell'Impalcato centrale, potrebbero aver poi aiutato il capottamento dell'Impalcato di Levante e l'indebolimento delle due A dell'antenna alla base. Il loro fragore sarebbe stato coperto dal frastuono del crollo dei pezzi superiori.
L'ostinazione a compiere la spettacolare, quanto inquinante, demolizione del 28.6.19, potrebbe spiegarsi con l'estremo tentativo di dimostrare la seguente tesi: "l'ipotetico esplosivo impiegato il 14.8.18 avrebbe dovuto essere altrettanto imponente e visibile, quindi le cause per il crollo della Torre 9 non possono che essere la scarsa manutenzione o (ndr meglio ancora) gli errori progettuali del Morandi".
La pubblicazione del video Ferrometal pochi giorni dopo la demolizione del 28.6.19 potrebbe essere atta ad inculcare questa tesi nel pubblico. Peccato che uno dei due "compari" (Segantini) ha notato una grave contraddizione: il 28.6.19 i solettoni sono rimasti intatti, mentre il 14.8.18 si sbriciolarono.
Oggi penso che chi abbia preparato l'attentato, da qualche settimana aspettava il verificarsi di un temporale, per poter camuffare le prime due esplosioni dentro i solettoni. Aggiungo che queste potrebbero essere state limitate alla carreggiata Sud proprio per trovare un capro espiatorio nello strallo "indebolito". Sarebbe però interessante vedere quando è stato indebolito: se nel corso degli anni o una frazione di secondo prima del crollo con una sollecitazione non prevedibile da nessun serio progettista.
Faccio notare infine che la sera del 13.8.2018 sopra l'Impalcato di Ponente Sud una squadra di manutentori ispezionava la corsia di marcia lenta della carreggiata Sud sotto un altro diluvio. Tale intervento potrebbe essere stato disposto a seguito di più segnalazioni effettuate qualche notte prima alle autorità di polizia da cittadini che erano passati in Via Perlasca ed erano stati insospettiti da un via vai di gente presso la Torre 9 sotto il livello autostradale.
Ho qualche perplessità che il solettone di ponente si sia immerso nel letto del Polcevera come una mannaia. Mancava di velocità, poiché è rimasto aggrappato alla Gerber quasi fino all'ultimo. Sembra piuttosto che si sia posato su una sua precedente lesione da esplosione. La sbucciatura dell'asfalto sulla carreggiata sud ben lontano dall'impatto con il greto del torrente sembra essere stata prodotta da una carica esplosiva posta tra il cilindro di attacco dello Strallo Ponente Sud e l'Impalcato Ponente Sud. Ciò spiega perché quella che ho chiamato onda di ponente risale lo Strallo Ponente Sud con ritardo: si tratterebbe non di un'onda diretta d'urto, ma di un rinculo dello strallo a seguito di una sovratensione da forzatura longitudinale.
Rettifico dunque la mia ipotesi dopo aver osservato meglio le foto della "mannaia".
Le cariche sarebbero state messe sotto la carreggiata sud precisamente a EST del cilindro di attacco dello Strallo Ponente Sud e a EST del cilindro di attacco dello Strallo Levante Sud. Facendole detonare asincrone (prima quella di levante e poi quella di ponente) si sarebbe ottenuto dapprima la risalita dell'onda diretta d'urto sullo Strallo Levante Sud, e poi la risalita del rinculo da allentamento della tensione sullo Strallo Ponente Sud, che ne ha prodotto la piegatura (così come spiegavo nel mio pezzo precedente).
Il ritardo con cui compaiono gli sbuffi dal solettone di ponente confermerebbe questa tesi. In altre parole, l'abbassamento della carreggiata ponente sud che precede gli sbuffi sarebbe dovuto solo all'allentamento dello Strallo Ponente Sud determinato dall'arrivo dell'onda da levante sull'antenna.
La quasi completa distruzione del solettone di levante confermerebbe l'inserimento di cariche a sforzo longitudinale nel (qui presunto) cunicolo trasversale posto a EST del cilindro di attacco dello Strallo Levante Sud.
Come scrissi, l'esplosivo a mio avviso è stato utilizzato con parsimonia e durante un temporale per camuffare il rumore.
Prima è stato fatto brillare a EST dell'attacco stradale dello strallo sud-est e poco dopo a EST dell'attacco stradale dello strallo sud-ovest allo scopo di rompere per compressione gli stralli medesimi. Il ritardo fra i due inneschi aveva due obbiettivi: 1) attribuire il cedimento ad un solo strallo e 2) rompere il traverso di cima per poter far collassare le due A senza altri scoppi.
Come tu forse alludi, restava comunque necessario rompere la V che sosteneva l'Impalcato Centrale. Infatti dal video pubblicato si vedono altri sbuffi sotto di esso, nonché un movimento del pettine ovest che chiude l'angolo con la verticale, segno evidente che altre cariche, in un terzo momento, sono brillate nei cavedi dell'Impalcato Centrale, a sfogo verticale sulla sua linea mediana, provocando la spaccatura e il leggero innalzamento del piano stradale.
Franzeta potrebbe convenire che la precompressione non poteva produrre da sola tale sconvolgimento (e per giunta il finale ribaltamento longitudinale dell'Impalcato Est), dato che gli Impalcati Ovest ed Est in un primo tempo si sono curvati e sbriciolati (quantomeno sul lato sud visibile) proprio per la resistenza opposta dal blocco V + IC ancora integro prima della terza esplosione. D'altra parte una volta curvati e sbriciolati IO e IE la precompressione svanisce e non si può più trasferire sull'impalcato Centrale. Viceversa una volta aperto IC con la terza esplosione, effettivamente si osserva che gli stralli nord lo sostengono più sollevato sulla carreggiata di loro competenza, ma certo non per una residua precompressione.
Io rimango dell'idea che, come per Via dei Georgofili ed altre firme famose, il movimento di tanto esplosivo senza traccia alcuna, può plausibilmente scaturire dalle basi USA presenti nel nostro territorio. Ciò spiega il semi-taroccamento del video e tutte le altre prese in giro dei cittadini in cui la Procura si è ampiamente distinta: il messaggio era indirizzato solo al Governo, affinché si rassegnasse agli ordini imperiali, così come fu nel 1992 o negli anni '70. In altre parole il "cedimento per usura" sta alla "guerra di mafia" o al terrorismo "rosso-nero" di quei tempi.
FZappa ci ricorda giustamente che il traverso in cima all'antenna non era armato per resistere a flessione. Chi ha collocato le cariche subito a EST dell'attacco sub-stradale dello Strallo Sud Est lo ha fatto sapendo che l'onda d'urto risalente lo strallo avrebbe rotto quel traverso come un biscotto.
A Franzeta ricordo che ho scritto che il primo allentamento degli stralli fu pressoché sincrono (la prima onda d'urto risalì sulla sella, flesse il traverso di cima verso Ovest, ed allentò lo Strallo Sud Ovest in un tempo talmente irrisorio che il ritardo fra i due stralli non è tuttora percepibile da occhio umano), ma la velocità di caduta a levante è poi risultata maggiore di quella di ponente (lo si vede nei successivi fotogrammi dal video di Iglobau 226), perché lì le cariche erano almeno due e distanziate di qualche decimo di secondo. Come ho scritto, la seconda doveva contrastare il riallungamento della forcina dello Strallo Sud Est, affinché questo desse il colpo di grazia al traverso di cima.
Gli effetti di queste due cariche erano evidenti sullo stato e posizione della trave Gerber di levante, che con la sua sezione longitudinale di tipo lenticolare poteva ben contrastare le due onde d'urto senza trasferirle interamente al solettone della Torre 10.
In effetti, dopo il suo schianto a terra, la Gerber di levante:
1) risultava finemente sbriciolata solo nell'angolo di sud-ovest, cioè quello che dovette sopportare le onde delle due cariche;
2) risultava venata da una netta crepa lineare perfettamente trasversale e mediana sull'asfalto, prodottasi con la prima carica a ponte integro (la sagoma lenticolare poteva scoppiare superiormente solo al centro), e comunque molto prima della sua caduta sul muro arcuato di sostegno della ferrovia (che vi produsse poi una crepa obliqua di circa 25°);
3) risultava spinta fin sotto l'impalcato della Torre 10 di circa 8-11 metri (probabilmente ciò sarebbe successo anche senza cariche), ma sopratutto risultava ruotata rispetto alla direzione autostradale di almeno 13°, grazie alla seconda carica, che operò quando la trave era già un po' pendente, conferendole anche un momento.