La complessità delle motivazioni

possibili obiettivi dell'evento, chi ci guadagna
Claudio M
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La complessità delle motivazioni

Messaggioda Claudio M » martedì 20 novembre 2018, 14:56

Buongiorno a tutti e perdonatemi in anticipo. Ho visto l'ottimo lavoro che avete svolto in molti, ma non tutto. Sono passati tre mesi e quel che ho potuto fare per la vicenda di Genova, è racchiusa in questo post https://schumyno.wordpress.com/2018/11/14/ponte-morandi-genova-3-mesi-dopo-le-vittime-aspettano-risposte/, dai 5 video manomessi all'assurdo comportamento dei media. Non sapevo da dove cominciare a scrivere (per esempio, i video Amiu "precrollo" sono tagliati e rimontati) o del sisma anomalo... avrei invaso tutte le discussioni e non sarebbe stato bello, anche perchè non posso più seguire la vicenda in modo assiduo come finora.
Per questo parto dalle motivazioni, che sono la parte finale del mio post (che nulla hanno a che fare con il post, in fondo) e che in effetti sono "intersostenibili" e a vantaggio di molti. Il bottino è così ricco, che spiegherebbe il silenzio globale sulle palesi assurdità di questa "tragedia".
Grazie per il vs lavoro e speriamo qualcosa cambi.


<<Considerazioni finali e possibili moventi

il ponte Morandi di Genova è una infrastruttura strategicamente fondamentale nel contesto geopolitico e economico d’Italia: è uno snodo essenziale tra il porto e il resto del Paese e gli interessi che ruotano intorno alla sua demolizione difficilmente quantificabili con certezza, quindi tutti potenziali moventi.

La manutenzione della struttura era un costo considerevole per il cessionario, che per preservare gli utili societari ovviamente tendeva a contenerli il più possibile. Un crollo della struttura imputato a difetti di fabbricazione o usura, difficilmente vedrebbe condanne seguite dal carcere, e i pochi rimborsi o indennità sarebbero probabilmente elargiti in gran parte dalle assicurazioni: importi risibili rispetto al valore complessivo della concessione e della ricostruzione del ponte. Da sottolineare che la sera prima del crollo, intere squadre di operai erano al lavoro proprio intorno al Pilone 9, sotto un altro forte temporale: le immagini che riprendono queste attività, con tanto di fulmini ben visibili nonostante condizioni meteo e distanza, sono state mandate in onda da SkyTG24. Se siano state svolte serie indagini sui componenti delle squadre di manutenzione, identificandoli anche con l’ausilio delle immagini delle varie videocamere della zona, anche al di sotto del ponte, e ascoltandone tutte le testimonianze, non è dato sapersi. E’ invece accertato che fossero state pericolosamente stoccate bombole di acetilene alla base del ponte. Seppure sia evidente che il crollo non possa essere avvenuto a causa della loro esplosione in quella ubicazione, rimane da verificare se le indagini siano state indirizzate alla ricerca delle sole eventuali tracce di acetilene (e dove siano state cercate) o anche di altre tipologie di esplosivo.

Le concessioni autostradali hanno un valore difficilmente quantificabile. Il Sole 24 Ore ha stimato in circa 32 miliardi di euro il flusso di liquidità tra dividendi distribuiti e future giacenze di cassa, in maggior parte (più di 2/3) riservati a Autostrade per l’Italia SpA. Una eventuale revoca delle concessioni comporterebbe l’esigenza di un bando per la riassegnazione, ampliando il numero di coloro che dal crollo del ponte avrebbe tratto vantaggi, fino a ieri preclusi per favoritismi dei governi precedenti. A tale proposito, va sottolineato che il gruppo Benetton messo direttamente sotto accusa dall’opinione pubblica complici i massmedia, possiede sì il 30% del concessionario, ma potrebbe essere vittima, o complice, degli interessi economici del restante 70%, di cui il 50% di azionariato flottante, in buona parte posseduto da fondi di vario genere, riconducibili a poche entità finanziarie collegate tra loro da soci e consigli di amministrazione, le cui poltrone sono ambitissime e interscambiabili in molti ambienti politici.
L’economia del porto genovese, e dell’intero apparato industriale e commerciale che vi ruota intorno (incluso l’isolamento della Val Polcevera, 190mila abitanti) è gravemente danneggiata dal crollo del ponte. Si è parlato di “cause civili per danni all’attività del porto che potrebbero arrivare a 10-15 miliardi”. Molte ditte e attività non hanno sopportato e non potranno sopportare dunque i danni economici attuali e futuri, soprattutto quelle aziende che si sono affidate a qualche forma di finanziamento: le nuove norme in merito al recupero crediti porteranno rapidamente al fallimento e esproprio molte di esse, creando ampie possibilità di guadagno in favore degli specialisti del settore, spesso risalenti a società operanti sempre nella grande finanza di cui sopra.

Il futuro del ponte Morandi, è un’altra potenziale speculazione economica che si trasforma in movente. L’ipotesi di un abbattimento della parte restante del viadotto per dare spazio a una nuova ricostruzione, implica un giro d’affari che può arrivare a più miliardi di euro. Oltre al costo diretto dell’abbattimento e ricostruzione, si parla di espropriare una vasta area circostante per permettere il difficile smaltimento delle troppe tonnellate di materiale che ne deriverebbero. Queste aree, una volta terminati i lavori, diverrebbero fonti di speculazioni edilizie ed immobiliari. Un giro di denaro di cui si avvantaggerebbero probabilmente pochi selezionati personaggi locali, a discapito di intere famiglie esiliate. Esperti ingegneri e architetti, intanto, si adoperano attivamente affinché il ponte non venga abbattuto, ma semplicemente riparato con più semplici e veloci interventi di restauro e reintegrazione.
La presenza di uno stato di emergenza e di un commissario comporta una serie di agevolazioni e scorciatoie che consentono di evitare alcuni scomodi, lunghi (ma necessari) iter per le assegnazioni di appalti o la concessione di autorizzazioni altrimenti difficilmente ottenibili. Se fosse stata deliberata una demolizione “ufficiale” del Ponte Morandi in quanto dimostratosi pericoloso e/o antieconomico, l’iter pubblico avrebbe comportato chissà quanti anni di attesa e chissà quanti altri costi aggiuntivi, rispetto a una demolizione “alternativa”.

Tutti questi moventi, reali e tangibili in uno scenario geopolitico in cui il controllo dei punti strategici internazionali è spesso perseguito persino con azioni militari, possono essere interconnessi tra loro, fino ad arrivare a coinvolgere il governo stesso, che potrebbe essere indotto a non fare pressioni sullo svolgimento delle indagini, in cambio magari di supporti economico/finanziari in altri settori del Paese. La portata degli effetti del crollo del ponte Morandi, è difficilmente riassumibile con un semplice “cedimento strutturale”, supportato solo a parole.>>

gnaffetto
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Re: La complessità delle motivazioni

Messaggioda gnaffetto » martedì 20 novembre 2018, 15:21

ciao e grazie per il tuo lavoro che ho scoperto solo oggi.

questo sito vuole essere anche un luogo di ritrovo-archivio per quelli che hanni indizi sui singoli aspetti della vicenda.Quindi quando vuoi scrivi pure su un argomento a tua scelta


le tue motivazioni spiegherebbero un silenzio e una omerta' TOTALE dell'informazione (e controinformazione) che non ho mai riscontrato su nessun tema finora.

Ti lascio il link a una mia considerazione sul problema alla base di tutti questi comportamenti:

viewtopic.php?f=21&t=72

Ary_anna
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Re: La complessità delle motivazioni

Messaggioda Ary_anna » domenica 25 novembre 2018, 16:57

Claudio, hai fatto un lavoro davvero eccezionale: bravissimo! :)
Solo una cosa: sei sicuro che le immagini che hai postato siano tutte giuste?
Perché io non vedo alcuna differenza, pur sforzandomi, tra certi fotogrammi che tu dici essere diversi.

Non è che per caso le immagini sono state sostituite (non so da chi e come)?

gnaffetto
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Re: La complessità delle motivazioni

Messaggioda gnaffetto » mercoledì 12 dicembre 2018, 8:07

credo che valga la pena di riportare anche altre considerazioni (grazie ary_anna)

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Ary_anna
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Re: La complessità delle motivazioni

Messaggioda Ary_anna » mercoledì 12 dicembre 2018, 15:59

Prego, figurati! :)
Ci tengo a precisare che il secondo messaggio, a mio parere il più interessante, appartiene ad un lungo post FB di "Leonardo Santi", chiunque egli sia: pubblicò questa denuncia già il 17 agosto.
Ma tutti e tre i messaggi sono del 17 agosto.

gnaffetto
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Re: La complessità delle motivazioni

Messaggioda gnaffetto » mercoledì 12 dicembre 2018, 16:07

facebook ?

un lavoro educativo e culturale è quello di costruire ed abituare la gente che vuole commentare e ricercare seriamente ad usare i luoghi e gli strumenti giusti, come questo forum. mi spiace che pochi lo usano

i post su facebook, whatsapp, worpress si perdono nel tempo e nei ragionamenti.

non serve avere ragione, bisogna anche raggiungere le persone in modo Asincrono, come un libro.

Ary_anna
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Re: La complessità delle motivazioni

Messaggioda Ary_anna » martedì 18 dicembre 2018, 20:34

Sono assolutamente d'accordo con te. Come forse ti avevo accennato, anni da avevo aperto un forum proprio per questa ragione: e cioè che su Faccialibro e su Twitter la comunicazione è sì veloce, e la condivisione efficace come un tam-tam, ma le notizie, per importanti che siano, si perdono: ed è come perdere la memoria, e con essa l'intelligenza.
Il forum (dedicato ovviamente ad altro) era questo:
https://economiaepotere.forumfree.it/

Intanto vorrei riportare qui un post di "Bellini" in home di LC che mi ha colpita moltissimo:

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Aigor
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Re: La complessità delle motivazioni

Messaggioda Aigor » mercoledì 19 dicembre 2018, 12:34

Concordo: bellissima analisi


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