Boia chi molla … gli ormeggi

Venerdi’ 15 ottobre, in concomitanza con l’entrata in vigore dell’obbligo di green pass per i lavoratori (controllati dai padroni pero’…) si terranno una serie di scioperi, vedi piu’ avanti, e in particolare ha ottenuto visibilita’ mediatica quella dei lavoratori del porto di Trieste e a ruota quelle degli altri porti italiani.

A questa visibilita’ e’ seguita un’onda di solidarieta’ alimentata sia dai social (e qui si potrebbe aprire una parentesi chiedendosi quanto il potere ha conoscenza dei meccanismi e quanto li sappia non solo leggere ma indirizzare sfruttando figure apposite) ma anche e soprattutto dai media tradizionali (giornali e tv) che sfruttano l’ormai collaudata tecnica di parlarne in forma negativa (il fatto che ne parlino deve essere sempre inteso come indizio che quella azione è VOLUTA dal potere, dal sistema) invece di ignorarli come fanno con altre vicende veramente scomode.

A prima vista l’agitazione va correttamente nella direzione della richiesta dell’abolizione del green pass, esplicitando che viene svolta non solo come rivendicazione del settore ma per tutta la la popolazione, addirittura rifiutando offerte economiche di appoggio dei cittadini solidali e anche l’offerta governativa dei tamponi gratis.

Tutto sembra indirizzare verso una qualche forma di volonta’ da parte del potere di alimentare la protesta che in apparenza sembra contro lo stesso.

Proviamo a immaginare le conseguenze di tale sciopero: paralisi del trasporto marittimo e di conseguenza anche di quello su gomma con gravi ripercussioni sugli approvvigionamenti e distribuzione di materie prime ma anche di generi alimentari.

Ma non è quello che stanno dicendo sommessamente da un po le notizie, sia sul versante energetico (petrolio e gas) che dei semiconduttori (produzione auto e pc) e che quindi è precedente alle proteste?

Sembrerebbe un tentativo di incolpare una categoria di lavoratori e con loro tutta la categoria delle persone che si oppongono al green pass di scelte e azioni gia’ decise a priori e facenti parte del piano di ridefinizione della societa’ capitalistica che non regge sotto il peso delle proprie contraddizioni tra struttura reale e sovrastruttura ideologica: devono ristrutturare il mezzo di relazione tra le due parti: il denaro.

E’ un golpe finanziario

E’ al 1973 che dobbiamo guardare per capire gli avvenimenti di oggi, a cui una classe dirigente senza idee sta attingendo. Il golpe cileno contro Allende è dell’11 settembre 1973 , preparato alimentando il malcontento della popolazione creando le condizioni economiche di restrizioni causate da un imponente sciopero dei camionisti pagati letteralmente dalla CIA americana e cavalcandolo con un golpe militare. Subito dopo, ad ottobre, a causa dell’attacco dei paesi dell’opec a israele (come non vedere il parallelo con le recenti vicende mediorientali dell’Afghanistan?), il prezzo del petrolio subi’ un aumento che innesco’ la crisi economica in occidente. Come non pensare che tutti questi eventi siano sotto un’unica regia che comprende i vertici di tutti gli stati e il cui fine è mantenere sottomesse le rispettive popolazioni?

citiamo un passaggio da wikipedia sulle misure prese in italia nel 1973

il governo presieduto da Mariano Rumor varò un piano nazionale di “austerity economica” per il risparmio energetico che prevedeva cambiamenti immediati: il divieto di circolare in auto la domenica, la fine anticipata dei programmi televisivi e la riduzione dell’illuminazione stradale e commerciale. Insieme a questi provvedimenti con effetti immediati, il governo impostò anche una riforma energetica complessiva con la costruzione, da parte dell’Enel, di centrali nucleari per limitare l’uso del greggio.

come non vedere pesanti analogie con quello che accade oggi?

Ritorniamo a Trieste e nei porti

“La gente come noi non molla mai” e’ lo slogan scandito da molti tifosi ultras, dal modo intorno a fratelli d’italia, dal mondo paramilitare.

Ma ha anche una particolare assonanza col motto “Boia chi molla ” nato sotto la repubblica di Salo’, continuazione del fascismo alleata dei nazisti durante la guerra civile dentro la doppia guerra di occupazione che il nostro paese ha vissuto dal ’43 in poi.

Un altro aspetto interessante legato ai porti è l’alta concentrazione di attivita’ illecite che avviene al loro interno con infiltrazioni criminali legate specialmente al traffico di droga. Ambiente ideale per attuare quella protesta organizzata (infiltrata) che nelle scorse settimane è mancata nella riedizione che prevedeva il coinvolgimento dei camionisti, ci domandiamo se grazie alla forte presenza di lavoratori straniere dell’est con esperienza nei trucchi usati per destabilizzare i loro paesi da parte del capitalismo, vedi rivoluzioni colorate.

La recente manifestazione a Roma e l’assalto alla CGIL pianificato e lasciato eseguire dalle forze dell’ordine e il riesumare di parole come “strategia della tensione” non possono far notare come i collaborazionisti del potere, infiltrati, agitatori e provocatori erano per lo piu’ all’interno dello schieramento cosiddetto di destra, al pari dei mondi odierni che fanno uso del “nuovo” slogan.

Questo sciopero che doveva dare una cornice di legalita’ alle proteste è stato negato facendo leva sul tempo minimo che deve trascorrere tra uno sciopero generale e un’altro (10 giorni) e quindi mettendo nella condizione anche i lavoratori convinti e a macchina organizzativa gia’ partita di dover affrontare una agitazione FUORI dalle garanzie costituzionali e legali, dando la giustificazione a eventuali azioni di polizia. E pretesti per inasprire controlli e limitazioni a tutti i cittadini oltre che a dipingere tutta la categoria degli oppositori, anche quelli rispettosi della legge, come responsabile di tutte le restrizioni che la popolazione dovra’ subire: presupposti da guerra civile.

Ci troviamo quindi in presenza di un piano orchestrato e organizzato dal potere i cui attori sono manovrati anche in quello che puo’ sembrare il fronte dell’opposizione? Sicuramente SI.

I fatti del 1973 richiamati prima si inseriscono all’interno di un disegno di potere a livello superiore rispetto a quello dei singoli stati e cioe’ di conservazione del potere MONETARIO legato via via a diversi modelli economici (oggi capitalismo liberale) e risalenti a 2 anni prima quando Nixon decreto’ la fine del modello gold standard dando il via agli effetti di una finanziarizzazione dell’economia.

Oggi ci troviamo davanti a questo piano planetario che tenta di imbrigliare stati, nazioni, ideologie dietro ad una degenerazione del capitalismo, alla dittatura del digitale, dei dati., delle manipolazioni.

Il cappio perfetto

Quando un pastore decide che è ora di cambiare recinto alle pecore perche’ in quello vecchio costa troppo mantenerle e in piu’ sono troppe, si scontra con la pigrizia delle pecore a cambiare abitudini. Allora il pastore inizia a creare dei disservizi: meno acqua, percorsi obbligati per raggiungere l’erba, fomentare l’invidia. mette poi in giro la voce che nel nuovo recinto, automatizzato e ecologico, si vivra’ meglio di prima. C’e’ un problema pero’: il pastore sa che nel recinto nuovo le pecore non vivranno meglio e non sa come impedire che questa realta’, quando verra’ vissuta dalle pecore, gli si rivolti contro. Soprattutto perche’ una parte delle pecore il padrone vuole indirizzarle verso un burrone in modo da eliminarle perche’ ormai inutili, recalcitranti, puzzolenti. E quale cosa migliore assoldare delle pecore complici, alle quali ha promesso posizioni di privilegio nel nuovo recinto, che si prendano l’onere di impersonare l’opposizione e le azioni di contrasto al pastore cavalcando il malcontento e gli avvertimenti delle anziane pecore che hanno capito il disegno ma mai si son guardate di dire cosa fare.

E’ la tecnica del “pickup the gun”

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