Giulietto Chiesa e la manipolazione genetica

Il 26 di questo mese è morto Giulietto Chiesa, un giornalista noto nel mondo della cosiddetta informazione alternativa che dava le notizie da diverse angolazioni rispetto a quelle che ci vengono fornite dai canali ufficiali. Nel pieno dell’emergenza coronavirus ci troviamo a pochi giorni da uno screening completo con relativa acquisizione del DNA dei cittadini del comune di vo (Padova). Nel 2013 Giulietto aveva scritto un libro dove un capitolo era dedicato alla manipolazione genetica

Ne riportiamo un estratto:

Interferenze umane nei processi naturali
Effetto di tutto questo enorme interesse, economico e umano, è che oggi è possibile andare molto oltre la fecondazione in vitro, verso la produzione di bimbi con geni selezionati artificialmente. Cioè tecnicamente è già possibile introdurre un nuovo gene in un embrione, che può essere fatto crescere in vitro fino a produrre un adeguato numero di cellule, tutte dotate del nuovo gene. A quel punto l’embrione può essere immesso nel grembo materno per la continuazione della gravidanza.
Tutto ciò è già stato realizzato, su grande scala, con gli animali. Non è ancora consentito, ufficialmente, per gli esseri umani. Ma nessuno può garantire che queste possibilità non vengano testate sperimentalmente; e, per essere realisti, non possiamo escludere che lo si sia già fatto. Una cosa è certa: le ricerche in questa direzione procedono e si moltiplicano con intensità crescente. E il perché è chiaro: i profitti attesi sono di entità tale da attirare come calamite enormi capitali. E i campi di applicazione, le opportunità di utilizzazione di queste ricerche, sconfinano in molte e disparate aree sperimentali, ciascuna delle quali apre praterie di profitti inediti.
La manipolazione genetica, per esempio, può essere usata per rimuovere malattie ereditarie; può permettere di individuare i rischi di malattia cui un soggetto è maggiormente esposto, consentendo di ridurli o eliminarli; genitori portatori di malattie di origine genetica hanno la possibilità, una volta individuati i geni portatori, di non trasmetterli ai loro figli; siamo ormai al punto in cui è possibile modificare i nostri figli regalando loro un 24-esimo cromosoma che non sarà ereditario e che potrà contenere “codici di controllo” che consentiranno al suo proprietario di mettere in funzione (o, alternativamente, di sospendere dalle funzioni) determinati geni, creando all’occasione pacchetti di geni funzionali a combattere o prevenire determinate malattie.
Fino a qui, per lo meno in questo elenco sommario, la gran parte di queste già sconvolgenti novità del XXI secolo possono essere prevalentemente utili all’individuo: a prolungare la sua vita, a ridurre le sue malattie, a mettere al mondo figli più sani. Non è difficile immaginare quanto sarebbe disposto a pagare chi disponesse del denaro sufficiente – è ovvio – per ottenere una di queste innovazioni o addirittura tutte. Ecco dunque scatenarsi la caccia ai brevetti e ai profitti. Che lascia presagire l’enorme difficoltà nel porre freni a ricerche che si collocano decisamente sull’orlo di un precipizio di vertiginosa e insondabile profondità.
Coloro che si occupano di studiare queste ricerche (assai più di coloro che le fanno) hanno già cominciato da tempo a classificarle, distinguendo i diversi tipi di manipolazione genetica in due categorie fondamentali: quelle “verdi” e quelle “rosse”. La linea di demarcazione che le separa è concettualmente molto netta. I geni “verdi” sono quelli che la natura potrebbe aver creato.3 I geni “rossi” sono invece il risultato di manipolazioni che in natura sono impossibili. E non si tratta (soltanto) di idee perverse, prodotto di fantasie malate o di deliri di onnipotenza.
Una volta intravista la possibilità tecnica, perché non tentare di combinare, per esempio, i geni di un tulipano con quelli di un serpente a sonagli, ovvero di inoculare in qualche parte di un cromosoma umano qualche gene di sparviero? Dato il livello culturale e intellettuale dei cittadini di Matrix, cioè dei cittadini del Mercato, si può scommettere che, nel caso venisse individuato un vantaggio economico-concorrenziale in qualche manipolazione, sorgerebbero decine di laboratori disposti a compierla e decine di banche disposte a finanziarla. Se già oggi ci sono imprese che producono cibi avvelenati, che provocano morti e malattie in coloro che li consumano, ma che producono anche profitti elevati, come potremmo escludere altre tentazioni analoghe?
L’esperienza insegna che l’Uomo è pronto a varcare la soglia che lo mette in guerra contro la Natura. Lo fa quotidianamente, con immutato entusiasmo e con assoluto sprezzo del pericolo. Centinaia, migliaia di molecole, prima inesistenti, sono già state create e hanno invaso il nostro spazio vitale. Molecole artificiali che la natura non può riconoscere e quindi non è capace di riciclare. Dunque prodotti mostruosi, a loro modo eterni, la cui persistenza attorno a noi, dentro di noi, provoca certamente effetti dannosi, spezza equilibri e produce malattie di cui noi non possiamo misurare l’entità né curare, proprio perché, per ora, non possiamo sperimentare su noi stessi. E, qualora potessimo legalmente farlo, a parte la sterminata quantità di problemi organizzativi, ci troveremmo di fronte a scelte etiche e politiche che sarebbero appannaggio di strutture completamente al di fuori di ogni controllo democratico. Cioè saremmo ancora più in pericolo di quanto non siamo ora. Senza dimenticare che, durante e dopo la guerra fredda, probabilmente anche mentre queste righe vengono stampate, esperimenti sugli umani vengono condotti dai militari e dalle corporation della chimica senza che il pubblico ne sia informato e senza che le istituzioni siano in grado di controllare alcunché. Ed è già incubo.
Altrettanto si può dire delle aberranti manipolazioni genetiche che penetrano nelle più delicate e fragili profondità della vita, le cui conseguenze sono imperscrutabili oggi e potrebbero manifestarsi magari dopo generazioni e generazioni, quando i guasti prodotti potrebbero non essere più riparabili o la loro origine ormai irrintracciabile. E tutto ciò non è ancora il peggio. Quello di cui stiamo parlando avviene nel bel mezzo del delirio della società del Mercato, cioè nella fase in cui il Mercato ha sostituito la società e si è installato al suo posto. È un delirio la cui insensatezza è già visibile a occhio nudo, ma solo a piccoli gruppi di evasi da Matrix. Tutti gli altri, l’immensa maggioranza, vengono colpiti nel vivo della loro esistenza, violentati e uccisi senza saperlo. Questa violenza moderna è divenuta talmente sofisticata che le sue vittime soffrono divertendosi, scambiando la sofferenza per piacere, identificando il piacere nella demolizione della loro personalità.

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