Influenza, nonni e scuola. e i bambini?

I primi provvedimenti presi a febbraio per limitare i contagi hanno riguardato la scuola, con la sospensione totale delle attivita’ in presenza. Nella narrazione i punti chiave su cui ruota l’immaginario collettivo è la contagiosita’ dei bambini che poi infettano i familiari tra cui i nonni che essendo piu’ deboli finiscono all’ospedale col rischio di intasarlo o addirittura morire.
Le cose non stanno cosi’, come si vede dagli articoli e opinioni di diversi esperti che dicono cose diversissime.

Proviamo con l’aiuto dei dati (mostrati in grafico per una migliore comprensione) a fare un po’ di chiarezza e successivamente a commentare i provvedimenti presi.
1)  Bambini contagiano i familiari
Ecco il grafico relativo al 2019-20

Nel periodo invernale l’influenza colpisce 4 persone su 1000 tra gli oltre 65enni e quasi 40 bambini su 1000 fino a 4 anni nella sola settimana di picco. La curva, nelle debite proporzioni sembra confermare il punto 1.

Ma guardiamo l’anno 2016-17

Come si puo’ vedere i ipicchi sono 2 ma relativi solo alla fasce di eta’ fino a 14 anni. Gli ultra 65enni non seguono i contagi dei bambini, indice che gli anziani non sono contagiati dai piu’ piccoli. Il pensiero iniziale inizia a fare qualche crepa. Inoltre non è coerente il rapporto tra i picchi: 40 e 4 per mille nel 2019-20, 20 e 8 per mille nel 2016-17, cioe’ proprio il contrario: piu’ bambini contagiati meno anziani contagiati e soprattutto in momenti diversi!
Aggiungiamo il grafico della stagione 2017-18

Come si puo’ notare anche la fascia 15-64 anni non segue l’andamento dei bambini e ragazzi e non si puo’ nemmeno dire che vi sia un ritardo di contagio perche’ in qual periodo vi sono stati 2 picchi al secondo dei quali non c’e’ stata un corrispondente picco ne tra gli adulti ne tra gli anziani.
E se questo virus ci viene sempre paragonato come ad un virus con modalita’ di contagio simili, sembrerebbe smentito il punto 1


La conseguenza del ragionamento è che se è vero che i bambini si contagiano tra di loro senza pericolo per gli adulti allora è inutile anzi dannoso (sia psicologicamente, pedagogicamente, culturalmente, socialmente , economicamente) chiudere le scuole e le altre  aggregazioni (asili, campi scuola, centri estivi).
Si obiettera’ che anche loro sono in pericolo ma nuovamente ci arrivano in aiuto i dati per leggere la realta’.

Questi i numeri e i grafici delle morti per classe di eta’ nel 2015 e 2020 relativamente al periodo 1 gennaio – 15 maggio

(clicca qui per originale)

Ricordiamo che la popolazione da 1 a 14 anni è circa 8 milioni. quest’anno i decessi per il periodo considerato sono stati 571, tra il 20 e il 40% in meno rispetto agli anni passati.

Vediamo invece i decessi per la fascia 15-64 anni:

(clicca qui per l’originale)

I decessi sono stati 25.677 in linea con gli altri anni addirittura inferiore di qualche centinaia di persone. Su una popolazione di 36 milioni! Nessuna ripercussione quindi nemmeno nella parte di popolazione adulta, tra cui sicuramente ci sono i genitori e tutti i lavoratori, compresi quelli della scuola come insegnanti, tecnici e amministrativi.
quindi il punto
2) Chiudere le scuole serve a rallentare il contagio
non vuol dire nulla perche’ abbiamo visto che a livello di decessi (l’unico pericolo che merita la dichiarazione di uno stato di emergenza e che non era presente a febbraio) non vi è stato nessun aumento, anzi, una diminuzione.
I danni pero’ sono giganteschi.


Vi lasciamo con un anticipo sul prossimo articolo: i decessi dei bambini sotto l’anno di eta’. dal grafico precedente si vede visivamente e decisamente superiore rispetto a qualsiasi altra eta’ scolare.

ps: abbiamo visto che i bambini sono al centro di molte politiche “inspiegabili”, oltre alla chiusura delle scuole anche quella relativa al bonus per i nonni , pagati per fare da baby sitter ai nipoti (ma non era pericoloso?) e quella relativa all’idea di vaccinarli anche se sani, proprio sulla base della presunta contagiosita’.

https://www.ilmessaggero.it/salute/prevenzione/coronavirus_pediatri_bambini_untori_asintomatici-5181741.html
Senza interventi specifici, saranno dunque i bambini i veri untori da coronavirus, e quindi sarà fondamentale non solo riorganizzare gli spazi comuni e le classi, ma anche fornire ai pediatri del territorio, ai pediatri di famiglia, strumenti e presidi fondamentali nella ricerca di Covid-19 nei nell’infanzia e nell’adolescenza: dall’analisi sierologica, da confermare con il tampone, alla vaccinazione di massa con l’antinfluenzale, che consentirà di individuare subito i casi di Covid-19, evitando di confonderne i sintomi con quelli dell’influenza

Cosa significa riorganizzare gli spazi comuni prevedendo una maggior distanza ad esempio tra banchi o sedie? Significa ridurre la capienza e la conseguenza è la costruzione o ristrutturazione di nuovi edifici: ecco servito il dazio alla criminalita’ legata all’edilizia, alle infrastrutture, ai rifiuti.
Ma anche questo sara’ oggetto di un altro articolo

About the author

Lascia un commento